Gonna, un capo dalle mille lunghezze ieri ed oggi.

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La gonna è un pezzo del nostro guardaroba, dalle mille lunghezze, che non passa inosservata quando entra in scena. Si parla di un capo che ha fatto storia e che esiste praticamente da sempre. Compare già nella Antichità nel 3000-2000 A.C, indossata da Sumeri. La gonna, oggi considerata il capo femminile per eccellenza, in passato era la tipologia d’abbigliamento principale per entrambi i sessi. Le civiltà mesopotamiche, come i sumeri, indossavano le “kaunakès”, gonne a balze sovrapposte, realizzate con il vello degli ovini. In epoca egizia invece gli uomini indossavano il “pano”, una breve gonna di tela di lino bianca, che evolverà poi nello ‘skentis’, un indumento pieghettato, riservato al faraone. Le donne egizie adottavano il kalasisris e l’haik, ovvero vesti aderenti annodate sopra delle tuniche. La tipologia di abbigliamento femminile delle donne cretesi invece era caratterizzata da una lunga gonna a campana formata da strati e un corsetto aderente e scollato che lasciava scoperto il seno. Gonna e corpetto, trattenuti da un’ampia cintola che strizzava la vita, erano completati dal tipico grembiale.  Mentre Greci e Romani vestivano il peplo o tunica, un rettangolo di stoffa drappeggiato intorno ai fianchi, insieme all’himation, mantello che si avvolgeva con drappi intorno alla figura. Nel periodo dei romani la gonna diventa simbolo di potere.

lunghezze gonna
Credit photo Pexels Thiszun

Quando diventa un capo esclusivamente femminile?

È nel 1500 che la gonna diventa il capo femminile per eccellenza.

La gonna definiva lo status sociale di una donna in funzione alla preziosità, alle lavorazioni e ai tessuti utilizzati.

La gonna era ampia, lunga e di forma conica. Era sostenuta da una sottogonna di lino.

Nel 1800 i volumi delle gonne aumentarono enormemente e comparve la crinolina, una struttura a “gabbia” che rendeva le gonne molto gonfie.

Nel 1900 inizia la Belle Epoque, periodo caratterizzato da ottimismo e grandi scoperte.

L’abbigliamento femminile seguiva la linea a S con busti all’infuori e gonne dalla linea sinuosa che si allargavano sul fondo.

Dopo questa epoca, iniziò la vera rivoluzione della gonna, dettata dalla nuova esigenza delle donne di indossare vestiti più semplici e comodi. Chanel, di cui parleremo nel dettaglio prossimamente nel nostro blog, mise al centro nelle sue collezioni questo nu0vo bisogno della donna e segnò la storia del costume. La stilista ripugnava tutto ciò che costringeva il corpo femminile e lo rendeva goffo, come le lunghe gonne pesantissime. Divenne famosa in questo periodo per i comodi abiti in jersey ed il “Little Black Dress”.

Le donne che indossavano capi Chanel erano donne emancipate, che potevano camminare comode e agili nei loro abiti. Erano donne autonome, proprio come lei.

Coco Chanel accorciò la lunghezza delle gonne fino al ginocchio e nel 1954 propose il tailleur, tuttora capo iconico del guardaroba femminile.

Un’altra tappa rivoluzionaria nella storia della moda femminile si ebbe negli anni ’60, anni di fermento sociale in cui le donne volevano affermare la propria identità in una società prettamente maschilista. Ecco che arrivò la ‘mini gonna’, capo iper femminile attribuito a Mary Quant o a Courreges. Vedi articolo dedicato.

lunghezze gonna
Credit photo Daria Shevtsova Pexels

Esiste quindi una correlazione tra moda e diritti nella società ma anche una tra economia e lunghezza della gonna.

Cosa è questa novità? Vi chiederete: ‘ok, capisco che la gonna abbia avuto un ruolo determinante nella società ma cosa centrano le lunghezze delle gonne con l’andamento economico?

Ebbene sì, c’entrano.

Esistono ricerche che, incrociando moda e finanza, sostengono una teoria: gli orli delle gonne e la borsa valori, il mercato finanziario, e soprattutto l’indice Dow Jones – salgono o scendono in contemporanea. Cosa significa?

 L’orlo sale verso l’alto (e le gonne si accorciano) quando l’economia va a gonfie vele e il prezzo delle azioni sale; l’orlo scende verso il basso (e le gonne si allungano) quando tira aria di crisi. A sostenerlo è stato per esempio George W. Taylor, professore di economia della Pennsylvania, che nel 1926 ha dato un nome alla sua teoria: “the hemline index” ovvero ‘l’indice dell’orlo’. Il curioso rapporto tra l’orlo degli abiti con il miglioramento degli indici azionari è in realtà molto semplice da spiegare. Quando la popolazione è soddisfatta di ciò che ha e non patisce gravi mancanze, si trova in uno stato di euforia generale e quindi l’orlo sale perché le inibizioni si riducono, le speranze aumentano e si investe di più. Quando George Taylor disegnò la sua teoria, si era appena verificato un cambiamento nella moda: le castigate gonne che avevano fatto da padrone a inizio Novecento erano state sostitute negli Anni ’20 da gonne che coprivano il ginocchio e poco del polpaccio. La prima guerra mondiale era terminata e la necessità di ricostruire era alta e gli investimenti la seguivano a ruota.

Nel 1930 fu il professor Paul H. Nystrom a scrivere un libro intitolato The Economics of Fashion in cui, abbastanza seriamente, faceva notare come la distanza dell’orlo delle gonne dal suolo (in percentuale dell’altezza della donna) aumentava o calava a seconda degli andamenti del mercato azionario: più le gonne si accorciavano, più il mercato saliva e viceversa.

Oggi la gonna ha un mix di lunghezze diverse, minigonne, gonnellone, gonne al ginocchio e al polpaccio ma le più diffuse sono quelle che arrivano al ginocchio in quanto più facili da portare.

La gonna è un tipo di capo, dalle varie lunghezze, che può star bene a tutte ma solo se si sceglie con attenzione e strategia la tipologia ed i tessuti più adatti alla propria figura.

Oggi ce ne sono una varietà infinita. Facciamo qui di seguito un breve accenno e poi se volete approfondire, potete andare alla nostra pagina di consulenza di stile.

Per la donna che ha fianchi e vita molto stretti, sono adatte le gonne a palloncino; queste sono consigliate, insieme a quelle a trapezio, anche per bilanciare spalle molto larghe.

Per la donna che ha un fisico con vita accentuata e fianchi equilibrati può osare indossando gonne aderenti che ne risaltino le forme; quindi la scelta può essere da gonne pencil e gonne a tubino a quelle dette a sirena (aderente con balza sotto).

Per chi non ha un’altezza eccessiva, sono consigliate le longuette sfasate o le gonne pareo morbide con decorazioni verticali o con spacchi laterali che slanciano la figura;

Per le donne con la pancia prominente meglio optare per gonne dritte e sfasate che cadano morbide, evitando modelli con elastici o stretti in vita. Si consigliano le gonne peplo (con balza in vita) solo per nascondere piccole prominenze.  Non adatte invece le gonne pareo e quelle con eccessiva fantasia. Consigliate tinte unite;

Per le donne con fianchi generosi, si può optare per gonne sfasate, a triangolo e a pareo. Vanno evitati disegni orizzontali, materiali rigidi e troppo aderenti;

Ma quest’estate cosa è di tendenza?

La gonna di jeans, sia nella versione corta che lunga, resta la tendenza maggiormente considerata senza tempo. (Vedi articolo dedicato al jeans nel nostro blog)

Credit photo Anna Shvets Pexels

Per quanto riguarda la forma, sia per la gonna corta che per quella lunga, è di tendenza la vita altaQuesta giova a un po’ a tutte le figure se indossata con qualche accorgimento in quanto valorizza sia le silhouette androgine sia quelle più formose. In particolare la gonna a vita alta, a campana, valorizza sia le figure formose che quelle più dritte. Alle prime attenuerà le forme mentre alle seconde, sottolineando il punto vita, darà armoniosità al corpo.

Inoltre la gonna a vita alta se abbinata a bluse corte fa si che si allunghino otticamente le gambe!

Ci sono diverse declinazioni di lunghezze: gonne corte, longuette e gonne lunghe.

E non solo: si trovano versioni con stampe e inserti preziosi.

lunghezze gonna
Credit Photo Dhyamis Kleber Pexels

Allora via alla ricerca, tra le tante, della gonna di tendenza, dalle mille lunghezze, che più valorizza la nostra figura! Vedi link.

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