La donna nel cinema ha vinto?

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Il ruolo della donna nel cinema classico

Vi piace il cinema? Un buon film accompagnato da una tazza fumante, sotto un plaid morbido crea il perfetto focolare domestico invernale. In particolare l’atmosfera natalizia e festiva in famiglia è allietata da un buon film classico come La vita è meravigliosa, considerato uno dei più bei film del periodo natalizio. E’ da vedere almeno una volta all’anno proprio durante le feste natalizie, in famiglia immergendosi in quell’apoteosi di abbracci, canti collettivi di fronte all’albero.

Il cinema classico che vede capolavori dell’età d’oro di Hollywood, (un periodo molto lungo che si colloca tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’60) fa immergere in una dimensione elegante e patinata, dai costumi eleganti, priva di scene violente e crude, fatta di dialoghi curati e puliti da ogni genere di turpiloqui e cadenze, in perfetta dizione e musiche classiche di sottofondo, che danno quel tocco magico caratteristico. Tutto ciò si compenetra producendo quell’inconfondibile universo narrativo in cui lo spettatore è chiamato a immergersi come in un sogno.

Dopo la grande Crisi del ’29, che aveva messo in ginocchio l’economia americana, il Paese fu pronto a ripartire sulla spinta del New Deal. Ingenti capitali vennero investiti nell’industria cinematografica concentratasi ad Hollywood. I generi più importanti di questo periodo sono il noir, il western la commedia, l’horror, i film gangster e soprattutto il musical che con l’introduzione del sonoro diventa un genere di primaria importanza.

Come non poter citare la storia della bambinaia più famosa del mondo? Mary Poppins è un film lezioso che ci conduce sui tetti di Londra con gli spazzacamini insieme alla canzone trascinante “supercalifragilistichespiralidoso”. Chi non la conosce? Quella parola e quella canzone la inventò Walt Disney in persona.

Il mondo femminile ha fin da subito trovato un proprio spazio e un proprio respiro all’interno del cinema classico, soprattutto negli anni 30 quando con la nascita delle flapper girl si assiste a un primo effetto della emancipazione femminile come appare nei film:

  •  The Women 
  •  Il romanzo di Mildred.

 Questo cambiamento si evince nella rappresentazione di una donna con meno ostacoli, più sicura e determinata.

Dopo il crollo economico diventa necessario e significativo per le industrie assumere anche le donne; ciò contribuì all’indipendenza femminile che portò la donna nel cinema ad affacciarsi nel mondo del lavoro ed ad autoaffermarsi, non più solo come sposa e madre .

ll romanzo di Mildred 1945

foto amazon

 Nel film assistiamo ad una vera trasformazione della raffigurazione della donna.

Joan Crawford  porta sullo schermo una donna imprenditrice dotata di grandi capacità, d’intraprendenza e di dedizione, che crea in pochi anni un impero di ristoranti di successo.

La protagonista  Mildred – per cui Joan Crawford vinse un Oscar – è una donna determinata ed emancipata ma anche una madre sensibile.

Si evince infatti una dualità di integerrima donna d’affari e persona e madre fragile. Un film sicuramente travolgente e noir senza tempo.

The women 1939

Il  film è molto innovativo e rivoluzionario in quanto ha un cast interamente ed esclusivamente femminile.

Le donne rappresentate sono mogli della classe media che non vivono più nell’ombra dei mariti, ma determinate a portare avanti i propri diritti anche con il divorzio, se necessario. (che l’Italia non conobbe fino agli anni 70!)

I dialoghi sono molto più attuali rispetto a quelli del tempo. Cosi come le prime inquadrature di parti scoperte del corpo femminile appaiono inusuali per il periodo.

Se l’Europa ricorda gli anni 40 come un periodo di restrizioni economiche, per gli Stati uniti furono invece un periodo di rinascita, dopo la crisi del 29.

E’ il periodo del fordismo che inaugura la produzione di massa.

Il department store (grande magazzino) diventa uno dei centri della vita sociale femminile della classe media, un posto di ritrovo. La prima parte del film si svolge proprio in un departament store. Qui le donne ricche si incontrano e assistono alle sfilate di eleganti abiti.

La commedia rappresenta perciò gli usi e costumi della società newyorkese del tempo e ha lo scopo di veicolare un nuovo ideale di donna e di vita alla classe media americana di quegli anni.

Un film che quindi è uno spaccato della società femminile, senza dubbio da guardare, anche per i costumi disegnati da Adrian.

Bette Davis donna emancipata anni 30 -40

Bette Davis è un attrice che ha portato una ventata di indipendenza ed emancipazione nel cinema con suoi personaggi femminili .

Ha  rinvigorito la concezione della donna negli anni ’30-’40, portando sullo schermo donne emancipate, come in Perdutamente tua, ma anche contraddittori, come in Eva contro Eva .

L’evoluzione della donna nel cinema: divismo di femme fatale

Alcuni registi nonostante il codice Hays di quegli anni , hanno costruito una nuova figura di donna: la femme fatale. Josef von Sternberg creò l’immortale Marlene Dietrich, una diva che assunse le sembianze di femme fatale. Ciò che va sottolineato è che la donna da lei incarnata è un nuovo modello femminile rispetto a quello dei tempi, che attraversa la storia del cinema con film come Marocco, L’angelo azzurroL’imperatrice Caterina Venere Bionda

La femme fatale è una donna forte e seduttrice, ma non stereotipo della donna oggetto, bambina e svampita, come purtroppo verrà rappresentata anni dopo.

Rita Hayworth, dark lady intramontabile

Molto affine alla figura della femme fatale è quella della dark lady, appartenente al genere noir.

La dark lady è una donna maliziosa ma apparentemente angelica, che nasconde la sua vera natura e suoi scopi, come nel film  La fiamma del peccato  in cui una sensuale Barbara Stanwyck soggioga con il proprio fascino l’uomo per i propri fini.

Impossibile non citare Rita Hayworth per le interpretazioni di Gilda

cinema classico
foto Amazon

Nella sua prima apparizione, Gilda con un colpo di capelli fa innamorare Glenn Ford.

Nel film  Rita Hayworth canta e balla indossando uno degli abiti più iconici della storia del cinema con i capelli lunghi rossi ondulati, guanti e voce suadente. Questo film del 1946 di Charles Vidor è un cult da guardare almeno una volta nella vita.
Nel film La signora di Shanghai, la seducente Hayworth assume la forma della dark lady infedele e di una donna alla ricerca della sua libertà tentando di scollarsi di dosso il modello di femme fatale imposto dalla società.

Durante il fascismo” Via con il vento

Con l’avvento del fascismo, in Italia, cambiò l’evoluzione della concezione della donna. Il fascino e la sensualità delle dive sembrarono scomparire.

Nel 1939 in America vene realizzata una pellicola destinata ad essere ricordata: Via col vento. La protagonista è Scarlett O’Hara che non è una dark lady, non è una femme fatale, ma è un’ anti eroina. E’ una donna influenzata dalle convenzioni sociali, preoccupata dall’apparire, arrivista ed egoista, che sa però cambiare.

In seguito nel 1939 Lubitsch diresse una delle sue commedie più celebri, ovvero Ninotchka, interpretata da Greta Garbo, che rinuncia a se stessa e ai suoi ideali in virtù dell’amore per Leon d’Algout.

La donna nel cinema negli anni 50 nel ruolo erotico ed esibizionista

Gli anni ’50 sono stati percorsi da un vero e proprio ribaltamento della figura della donna. Il concetto femminile torna gradualmente in molte pellicole ma con un ruolo esibizionista ed erotico molto più accentuato, in modo da divenire “oggetto del desiderio” allo sguardo dello spettatore.

Un film iconico è Colazione da Tiffany, dove la bellissima Audrey Hepburn interpreta una donna elegante ma frivola che si mantiene facendo la ‘accompagnatrice’. Il film è un cult nella storia del cinema.

Anni 60 Lolita

I ruoli femminili che si sono susseguiti nei primi anni ’60 sono di donne dissolute e sensuali, a volte donne bambina che si concedono alle attenzioni dell’uomo, come per esempio per la ninfa Lolita portata al cinema da Kubrick.

La seducente Marilyn Monroe ,una icona di sensualità ,ha portato sullo schermo il famoso balletto carico di seduzione senza tempo, in cui l’abito bianco sventola ,mostrando gambe sinuose. I suoi personaggi abbracciano quel concetto di femminilità legato a seduzione frivolezza e all’immagine di donna bambina ,svampita e dissoluta.

A questo punto vi può essere uno spunto di riflessione: la donna ha davvero vinto posando nel cinema nuda e divenendo un oggetto erotico? Si è verificata una strumentalizzazione e oggettivazione del corpo femminile in molte pellicole del cinema. Ricordiamo ad esempio le donne rappresentate a cavallo tra gli anni 70 e 80 in alcune commedie comiche italiane: donne seducenti e svampite, prede compiaciute del desiderio maschile.

Forse le donne bellissime e sensuali rappresentate in questi film hanno perso quella eleganza, aspetto dignitoso e intelligente della donna femme fatale degli anni 40.

Per ulteriori letture sulla emancipazione della donna, puoi leggere il nostro articolo “Il progresso della donna in Italia ed Europa”.

Facciamo allora un viaggio nel cinema in queste feste e cogliamo l’occasione di rivedere dive che hanno fatto storia.

Le Twins

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