In questi ultimi anni la pandemia ci ha fatto riflettere su come il nostro pianeta sia interessato da molte azioni di natura distruttiva e sul tema ecosostenibile “Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Queste non sono catastrofi del tutto casuali, ma la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali”. Ha riportato il recente rapporto del Wwf.
Qundi Lo Sfruttamento del suolo, deforestazione, emissioni sembrano che siano tra le cause di propagazione del virus.
Questi effetti sono il risultato del contributo di molti settori, molti dei quali non così facili da riconoscere ,come l’industria della moda .
Moda e inquinamento
L’industria della moda e del fast fashion ha avuto un ruolo molto importante nel cambiare l’equilibrio degli ecosistemi.
Perché?
Pensiamo innanzitutto all’inquinamento delle acque dovuto alla tintura e ai vari trattamenti tessili.
Sembra aggirarsi ebbene, intorno 20% dell’inquinamento delle acque mondiali!
Non è meno importante poi l‘Emissione gas serra che il settore della moda emette, pari a più di 1 miliardo di tonnellate , che rappresentano il 2% delle emissioni totali. l motivo è che la maggior parte dei capi di abbigliamento è a base di petrolio e prodotta anche da combustibili fossili.
Non parliamo poi dei Rifiuti prodotti: sia le aziende di fast fashion ed i consumatori stessi producono milioni di tonnellate di rifiuti di abbigliamento ogni anno.
Oggi si sta diffondendo sempre di più una nuova consapevolezza ambientale e di conseguenza una nuova visione del settore della moda basata sul rispetto della diversità biologica degli ecosistemi e delle condizioni umane, con un nuovo modo di produrre basato sul recupero della lentezza e della sostenibilità.
Si chiama slow fashion, ovvero moda lenta che mira a condizionare i punti della catena di produzione.
- Per i lavoratori dell’industria tessile dei paesi in via di sviluppo, la moda lenta significa salari più alti.
- Per i consumatori finali, slow fashion significa che i capi sono prodotti con maggiore cura
- Da un punto di vista ambientale, significa che ci sono meno capi d’abbigliamento e rifiuti industriali che non vengono più utilizzati perché di tendenza transitoria.
I tessuti scelti dalla Slow Fashion sono tutti naturali e sostenibili.
Ma quali sono queste fibre?
Vediamole alcune
Alcuni esempi di Tessuti naturali
- Cotone
- lino,
- Juta
- Canapa
- Agave
- kapok
- Ramié
- lana
- seta
- Il bambù è un materiale adatto per la moda ecosostenibile. Non contiene OGM, è biodegradabile, non utilizza sostanze tossiche durante l’estrazione e la lavorazione del tessuto.
Tessuti semi sintetici naturali
Parliamo di ’acetato, il triacetato e la viscosa .
L’avrete sicuramente già sentiti .Sono tessuti che vengono prodotti artificialmente partendo dalla cellulosa degli alberi o dagli scarti di altre filiere produttive. Nonostante la loro origine naturale questi materiali trovano un limite nella capacità biologica di terre da coltivare e nell’insufficiente disponibilità di bestiame. Per sopperire alla scarsa disponibilità di materie prime, infatti, si è arrivati a mettere in atto azioni distruttive e spesso spietate come ad allevamenti intensivi, torture sugli animali, deforestazione e modalità di coltivazione che prevedono l’utilizzo di sostanze inquinanti per l’aria, per l’acqua, per il suolo e per la fibra stessa su cui si depositano. Ecco perché sono nate alcune certificazioni come Gots per il cotone organico e NewMerino per la lana etica che garantiscono la sostenibilità etica e ambientale del tessuto controllando l’intero processo produttivo, dalla coltivazione della fibra alla lavorazione e nobilitazione del filato.
Tessuti sintetici non ecosostenibili
- il nylon
- il poliestere
- l’acrilico
- l’elastam, meglio conosciuto con il nome di lycra
certificazioni per i tessuti ecosostenibili
Come già anticipato precedentemente i tessuti per essere definiti ecologici devono rispettare dei requisiti di base.
Ecco allora nascere le certificazioni :
- la Gots controlla ogni minimo anello della filiera tessile con l’intento di verificare la totale assenza di sostanze chimiche non conformi ai requisiti base sulla tossicità e sulla biodegradibilità.
- Certificazione Ocs, organic content standard: è una garanzia per i consumatori che intendono acquistare capi fatti con materie prime di natura organica. Si tratta di una validazione del contenuto dichiarato dalle aziende di moda produttrici in merito alla provenienza delle fibre naturali da agricoltura biologica e alla loro tracciabilità lungo tutto il processo produttivo.
- Certificazione Grs, Global recycle standard
Global recycle standard (Grs) è una certificazione che viene applicata non solo ai prodotti ma anche alle aziende produttrici che utilizzano materiali riciclati
Il tessuto ecosostenibile Tencel
Quando si parla di fibre sostenibili, viene subito in mente il Tencel, ormai presente nelle collezioni di tante case di moda.
Fa parte della famiglia delle fibre semi artificiali classificate anche come fibre artificiali cellulosiche,come la viscosa e il cupro, che hanno come capostipite il rayon, prima fibra semi-sintetica comparsa sul mercato. Quindi la base di partenza è un materiale naturale come la cellulosa, ma l’estrazione avviene con un processo chimico. L’azienda austriaca Lenzing ha creato il marchio Tencel per indicare le sue fibre Modal e Lyocel.
ll motivo per cui tale materiale è assolutamente ecologico non è dato solo dal prodotto alla base del tessuto; anche i processi di produzione sono poco inquinanti perchè si utilizzano solventi ecologici e atossici, oltre che una tendenza al riutilizzo dell’acqua tra i vari processi produttivi.
E per quanto riguarda la deforestazione e Tencel ?
Cè una stretta correlazione tra fibre tessili e deforestazione, poiché tali fibre provengono in gran parte dalla foresta pluviale, dal Canada, dall’Indonesia e dal polmone verde del mondo, l’Amazzonia. Il TENCEL viene estratto dalla cellulosa proveniente dalle foreste di eucalipto del Sud Africa, la cui coltivazione viene gestita in maniera sostenibile
Storia Del Tencel
la prima a nascere è stata la viscosa la cui produzione dalla cellulosa è stata brevettata nel lontano 1883 da un francese di nome Chardonnet. Nei successivi quarant’anni è stata chiamata “seta artificiale. Dal 1925 qualsiasi fibra sintetica che sia prodotta con la cellulosa viene definita rayon. Nel 1952, la Federal Trade Commission ha distinto il rayon in due categorie:
- una costituita da pura cellulosa (rayon)
- una costituita da un composto di cellulosa (acetato).
Nel 1955, i produttori iniziarono a produrre un nuovo tipo di rayon, il rayon ad alto modulo bagnato o Modal, ottimo per l’uso nell’abbigliamento. Il Lyocel è l’ultimo arrivato nella famiglia del rayon, viene prodotto dal 1988: nato in America, dal produttore di tessuti chiamato Courtaulds Fibers ,che iniziò a commercializzarlo nel 1992 chiamandolo “tencel”. Successivamente la produzione si diffuse e anche l’azienda Lenzing AG iniziò a commercializzarlo con il nome commerciale di “Lenzing Lyocell”.che nel 1988 ne iniziò la produzione.
Successivamente la divisione Tencel fu ceduta all’austriaca Lezing AG, una delle aziende tessili più grandi al mondo, che ne avviò un’assidua produzione a livello internazionale. Oggi la Lezing AG è una delle più importanti produttrici di tessuto Lyocell/Tencel al mondo, e ha sviluppato anche le fibre cellulosiche Modal, che a differenza delle prime, vengono invece prelevate dagli alberi di faggio; con il termine Tencel si indicano sia i tessuti lyocell che quelli Modal, ma bisogna però sempre prestare attenzione alle etichette sugli indumenti, per verificare che siano realmente originali.
Oltre che per i tessuti per l’arredamento e per i tessuti tecnici, questo materiale viene adoperato in maniera sempre più diffusa nel settore dell’abbigliamento.
Sono molti i vantaggi che derivano dall’impiego di questa fibra:
Vantaggi fibra ecosostenibile di Tencel
- ha grande resistenza
- ha la capacità di assorbire l’umidità
- Si tratta di un materiale che al tatto si dimostra elastico e liscio, in grado di sopportare senza problemi temperature fino ai 40 gradi.
- La versatilità derivata da colori decisamente intensi dovuti proprio alla capacità di assorbimento delle sue fibre
- questo tessuto può essere messo senza problemi in lavatrice
- Questi tessuti non necessitano di stiratura
- I tessuti Tencel sono biodegradabili.
- La filatura delle fibre di cellulosa viene fatta con un solvente, l’ossido amminico, che non è tossico ed è addirittura riciclabile.
- La produzione di questo tessuto ecosostenibile è breve, quindi c’è un buon risparmio di energia e d’acqua.
- Il Lyocell presenta un’elevata durabilità, grazie alle sue fibre elastiche e resistenti.
- Risulta antibatterico, grazie alla sua capacità di assorbimento dell’umidità.
- questa fibra ecosostenibile giova alla pelle sensibile.
- E’ morbido, traspirante e anche molto leggero.
Insomma, questo Tencel Lyocell non solo è rispettoso per l’ambiente, con un impatto ecologico ridotto ai minimi termini, ma è anche pratico e comodo, oltre alla capacità di regalarci colori molto sgargianti e vivaci.
Caratteristiche del Tencel
Tra le principali caratteristiche che possiamo trovare in questo tessuto è la luminosità e la morbidezza del tessuto stesso; la prima sensazione che si prova nel indossarlo è la percezione del confort che solo materiali come la seta o il cashmere lasciano sulla pelle.
Outfit ecosostenibile
Cardigan in tessuto Tencel della OPHY & CO. leggero e alla moda
Blazer leggero di un giallo luminoso Tommy Hilfiger in Tencel
Pantalone fresco e TAPARED Tommy Hilfiger 65% tencel (affusolato)
La casa di Moda Hilfiger ha pensato anche ad un altro capo primaverile estivo ecosostenibile:
short slim giallo luminoso in tencel
Se sei interessato/a al tema ecosostenibile ,leggi il nostro articolo
Via allo shopping sostenibile!
Le Twins