Fino dagli albori il cinema è stato strettamente legato alla moda.
Si pensi come sia fondamentale l’abbigliamento per definire un personaggio: esso è in grado di dare ai telespettatori informazioni importanti circa il suo carattere, il suo gusto, lo stato sociale e il periodo storico in cui si trova agire. La prima femme fatale, aiutata da abiti unici e creati appositamente per il suo ruolo in “Salomè”, fu Theda Bara vestita da Natacha Rambova, futura moglie di Rodolfo Valentino. Quello che invece risulta meno evidente è il legame moda e cinema ovvero l’influenza del cinema sulla moda.
Ebbene sì, diversamente a quanto si pensi, il cinema ha avuto un ruolo fondamentale per la moda e nel dettaglio per la moda italiana.
“Come mai?’‘ Vi domanderete
Andiamo a capire allora cosa sia successo.
Viaggio negli anni 50
Facciamo un viaggio negli anni 50, quando nel 1951, e precisamente il 12 febbraio, a Firenze, a Villa Torrigiani, una storica sfilata intitolata “First Italian High Fashion Show” e organizzata per i buyer americani e per la stampa internazionale dal marchese Giovanni Battista Giorgini, sancisce ufficialmente la nascita della moda italiana.
Contemporaneamente, a Roma, ci fu il rilancio di Cinecittà che assunse una importanza internazionale e influenzò la percezione nel mondo dell’Italia. Il successo di Cinecittà è decretato anche dalle grandi produzioni americane portate a Roma: nel 1951 viene girato ‘Quo Vadis?’ di Mervyn LeRoy e nel 1959 ‘Ben Hur’ di William Wyler. Gli studi romani vengono così ribattezzati popolarmente «Hollywood sul Tevere». Le pellicole girate a Cinecittà contribuirono a lanciare nel mondo il «mito del belpaese» e della «dolce vita italiana», sinonimo di spensieratezza e di nuovo benessere economico.
L’industria italiana ripartì con boom economico.
Quindi il cinema aiutò la diffusione della moda italiana e da allora i francesi, maestri di moda, ebbero da temere.
Gli atelier romani, che aiutarono l’idea del bel paese, venivano traghettati dalle dive di Hollywood, che andavano a vestirsi dalle sorelle Fontana e dagli altri atelier romani.
La stretta relazione fra moda e cinema è sancita anche dalla sfilata all’hotel Excelsior, durante la Mostra del cinema di Venezia, nel 1949, in cui furono presentati i modelli di Biki, Carosa e le sorelle Fontana. L’alta moda era così pronta a fare il suo ingresso nel cinema.
Fra le prime protagoniste della moda legate al fenomeno “cinema” è Fernanda Gattinoni creatrice, che apre nel 1946 nella capitale il suo atelier. Il primo abito con l’etichetta Gattinoni è un tailleur di velluto verde, realizzato per Clara Calamai, diva del cinema italiano degli anni Cinquanta. Vedi link
L’influenza del cinema sulla moda continuò e permise a dei capi nuovi di diffondersi.
I capi moda diffusi dal cinema
Non sapete quali?
Allora ve lo raccontiamo.
Negli Anni Cinquanta il cinema e la musica portano i jeans nelle case dei giovani attraverso idoli come James Dean, Marlon Brando, Elvis Presley: quei pantaloni nati per soddisfare le esigenze dei lavoratori nel 1800 diventano il simbolo della ribellione giovanile e della voglia di prendere le distanze dal mondo degli adulti.
Soprattutto quando James Dean li indossò con i bike boots e la maglietta bianca in ‘Gioventù bruciata’.
A proposito di denim, leggi la sua storia nel nostro articolo al link
Un altro pezzo forte che venne traghettato dal cinema fu il bikini che le signore dell’epoca non vedevano di buon occhio fino a quando una bella donna del cinema lo indossò.
Chi?
La bionda che a quei tempi faceva perdere la testa con la sua sensualità e che divenne una icona.
Nel 1956 il bikini di Brigitte Bardot nel film “E Dio creò la donna” di Roger Vadim cambiò le cose dando il via alla diffusione di questo costume. Nel 1960 fu la canzone del cantante statunitense Brian Hyland “Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini” a dare avvio a una vera e propria corsa all’acquisto. La canzone fu anche tradotta in francese da Dalida, Brigitte Bardot e Richard Anthony. Negli anni successivi, il bikini è stato definitivamente consacrato dalle più belle star del cinema, come Ursula Andress, splendida Bond girl in “Agente 007 Licenza di uccidere” del 1962 e Raquel Welch, eroina preistorica nel film “Un milione di anni fa” del 1966.
La Bardot non consacrò solo la diffusione del bikini ma influenzò milioni di donne con il suo look ingenuo e provocante composto da ballerine e pantaloni alla pescatora. Il look delle star divenne da allora anche un look ricercato nelle boutique di città. Sofia Loren diffuse la moda delle cinture dalla vita altissima, come quella indossata nella scena del mambo in “La donna del fiume” del 1955.
Hollywood stessa diventò uno dei luoghi in cui non solo la moda veniva mostrata al mondo ma anche dove la moda veniva creata. Uno dei magnati del tempo, Bernard Waldman, fondò il Modern Merchandising Bureau, una società che acquistava i diritti di riproduzione degli abiti indossati dalle dive e li metteva in vendita in negozi come “Cinema Fashion”.
È perciò un legame forte e storico quello tra moda e cinema che affonda le sue radici nel passato.
Cinémode
Quest’anno il connubio speciale moda e cinema viene narrato da Cinémode, la mostra su cinema e moda, curata da Jean Paul Gaultier alla Cinémathèque di Parigi, aperta al pubblico dal 6 ottobre fino a gennaio 22.
Il genio del couturier ribelle nasce proprio da un film della metà degli anni Quaranta, ‘Falbalas’, che è anche punto di inizio dell’esposizione.
Paul Gaultier conduce in un viaggio da sogno tra velluto, ricami, metallo e ricordi esponendo le creazioni di abbigliamento legate al cinema. Ed ecco apparire abiti di Marilyn Monroe, Audrey Hepburn e Catherine Deneuve, i pantaloncini di Rocky e il body di Superman, legate al cinema. “Nella vita tutto è moda e tutto è cinema, e tutto è realtà. In fin dei conti sia il cinema che la moda sono influenzati dalla società, da quello che accade, da come si evolvono i tempi – ha spiegato – tutte le vere trasformazioni, guardate la Nouvelle Vague, corrispondono a un nuovo modo di vestire, a un nuovo modo di pensare, rappresentano una nuova generazione che pensa diversamente“. Ha spiegato lo stilista.
Per maggiori info vedi link
Immergiamoci quindi in questo mondo da favola e impariamo la storia del cinema e della moda.
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